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Messaggio del 18 marzo 1995:Cari figli! Come madre, già da tanti anni vi insegno la fede e l’amore di Dio. Voi non avete mostrato gratitudine al caro Padre nè gli avete dato gloria. Siete diventati vuoti e il vostro cuore è diventato duro e senza amore per il vostro prossimo che vive nella sofferenza. Io vi insegno l’amore e vi mostro quanto il caro Padre ha amato voi, ma voi non amate lui. Egli ha offerto in sacrificio il suo unigenito Figlio per la vostra salvezza, figli miei. Se non amate non riconoscerete l’amore che il Padre vostro ha per voi. Non conoscerete Dio perché Dio è amore. Amate e non abbiate paura, figli miei, perché nell’amore non c’è timore. Se i vostri cuori sono aperti al Padre e se sono pieni di amore per lui, perché aver paura di quello che accadrà? Hanno paura quelli che non amano perché aspettano il castigo sapendo quanto sono vuoti e duri. Figli miei, io vi invito all’amore verso il caro Padre. Io vi guido verso la vita eterna. La vita eterna è mio Figlio: accettatelo e avrete accettato l’amore!

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso - Benvenuto nel sito Maria a Medjugorje


Cari figli! In questo tempo di grazia pregate con me affinché il bene vinca in voi ed attorno a voi. In modo particolare, figlioli, pregate uniti a Gesù sulla Sua via crucis. Mettete nelle vostre preghiere quest’umanità che vaga senza Dio e senza il Suo amore. Siate preghiera, siate luce e testimoni per tutti coloro che incontrate, figlioli, affinché Dio misericordioso abbia misericordia di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

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Cari figli, io sono con voi grazie all’amore misericordioso di Dio. Ed è per questo che, come madre, vi invito a credere nell'amore. L'amore che è comunione con mio Figlio. Con amore aiutate gli altri ad aprire i loro cuori per conoscere mio Figlio e per amarLo. Figli miei, l'amore fa sì che mio Figlio illumini i vostri cuori con la Sua grazia, cresca in voi e vi doni la pace. Figli miei, se vivete l'amore, se vivete mio Figlio, avrete la pace e sarete felici. La vittoria è nell'amore. Vi ringrazio!


Al di là  delle belle parole che possiamo dire, ciò che ci rende i discepoli del Signore - con i quali Egli condivide i segreti intimi del Suo cuore - è fare la volontà  di Dio. Se davvero ami il Signore, allora fai tutto per piacere a Lui, fai tutto per la Sua gloria. Se manca questa intenzione le opere buone perdono il loro valore soprannaturale, sono opere vuote che somigliano ai fiori di plastica. L'amore verso il Signore si manifesta nell'esatta regolarità  di ciò che si fa: bisogna fare nel modo migliore quello che esige il tuo dovere. Molte anime pie trascurano il proprio dovere per fare quello che più piace a loro; sono disordinate e così diventano causa di lamenti e di peccati in famiglia. L'amore per Dio è concreto e si alimenta con le continue attenzioni.

Don Nikola Vucic


E come troverete Gesù? Egli vi ha reso tutto così semplice! « Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato. »Se siamo andati fuori strada, abbiamo a disposizione il sacramento stupendo della confessione. Andiamo alla confessione come peccatori pieni di peccato. Ve­niamo via dalla confessione peccatori senza peccato per merito dell'onnipotenza e della misericordia di Dio. Non occorre che ci disperiamo. Non occorre che ci suicidiamo. Non occorre che ci sentiamo scoraggia­32 ti... tutto questo non è necessario se abbiamo compre­so la tenerezza dell'amore di Dio. Voi siete preziosi per lui, vi ama, e vi ama così teneramente che vi ha plasmato col palmo della sua mano. Queste parole di Dio sono nelle Scritture, lo sapete. Ricordatevi che quando il vostro cuore si sente inquieto, quando il vo­stro cuore è nel dolore, quando il vostro cuore sembra spezzarsi... allora ricordatevi di questo: « Io sono pre­zioso per Lui. Mi ama. Mi ha chiamato per nome. Sono suo. Mi ama. Dio mi ama ». E per dimostrarmi il suo amore è morto sulla Croce.

Madre Teresa di Calcutta

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I sogni di San Giovanni Bosco: Lettera ai giovani di Lanzo

Il direttore del Collegio Salesiano di Lanzo Torinese, Don G.B. Lemoyne, il 4marzo 1867, dava conto ai suoi ragazzi di una visita fatta a Don Bosco in Torino. Diceva tra l’altro: «Don Bosco mi disse pure che più di una volta, col suo spirito, era venuto a visitarvi, a passeggiare per i vostri corridoi, ad aggirarsi per le vostre camerate, a osservare la vostra condotta, e che venendo saprà dirvi qualcosa in proposito».

Ultime notizie

Volgendo il pensiero all'eternità il cardinale tedesco morto venerdi scorso ripercorreva gli eventi della sua vita, vedendo nelle persone e nelle circostanze la mano benevola del Padre.
Di san Giuseppe il Vangelo non ci trasmette nessuna parola, ma ci parla dei suoi sogni, delle sue decisioni e azioni, compreso quel «lo chiamò Gesù». Dire quel nome ha significato accogliere il Figlio di Dio, servendo la sua missione di salvezza.
Dopo il voto dell’Assemblea Nazionale, pure il Senato francese dà il via libera all’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione. Esultano Macron e gruppi abortisti. E i vescovi lamentano l’attacco alla vita.
Nel Vangelo di questa domenica c’è il chiaro avvertimento che la verità di Cristo non s’incontra contando sul potere della ragione, ma nel farsi suoi umili discepoli. Seguendolo sulla via della croce, come tanti cristiani nei secoli.
Oggi ricorrono i 140 anni dalla morte della beata Maria di Gesù, al secolo Maria Deluil-Martiny. Fondatrice delle Figlie del Cuore di Gesù, nei suoi scritti esprimeva il dolore per gli oltraggi subiti dal Signore.
Assalto spietato nel villaggio di Essakane dove era in corso la Messa: 15 vittime. Ma la minaccia jihadista in Burkina Faso colpisce anche i musulmani. Il vescovo: «Il terrorismo si è abbattuto sul Sahel con l'intento di islamizzare tutta l'Africa». E tanti cattolici stanno già disertando le chiese per paura.
Parla la mamma e il papà di Davide Fiorillo, morto per una malattia incurabile a otto anni. «Vide anche Gesù e ce lo descrisse: la sua fede, la sua spontaneità, i suoi occhi pieni di una luce che non esiste su questa terra»
Il 19 febbraio 1789, la giovanissima suor Maria Maddalena ebbe da Dio l’illuminazione di fondare l’Ordine dell’Adorazione Perpetua. Come inizio e poi sigillo della sua missione, un altro segno: Gesù coronato di spine.
Una storia straordinaria, raccontata da un bambino di otto anni, Davide, che ha avuto dal Cielo il dono di vedere cosa ci sarà dopo la morte. Un racconto fatto non solo di parole, ma di una vita passata dai toni cupi di una malattia incurabile ai colori accesi della gioia e della speranza. A Davide sono venuti incontro gli Angeli, la Madonna (due volte al santuario di Cassano delle Murge), poi Gesù (dal giorno della prima Comunione) e lo hanno preso per mano. Così testimoniano i suoi genitori, Elisa e Salvatore, che il bambino ha condotto sulla strada della fede insieme con il fratellino Antonio: «Nelle parole certe di nostro figlio e nei suoi occhi pieni di luce, abbiamo visto che esiste il Paradiso. Davide non vedeva l’ora di andarci e ora ci attende là!». Commenta suor Daniela Del Gaudio nella Prefazione: «La storia di Davide insegna che solo quando ci si mette nelle mani di Dio si scopre che il suo progetto non è un progetto assurdo, negativo, ma pieno di vita. E che la vera vita è incontrare Dio, vivere in comunione con Lui. Ecco il Paradiso, la vita eterna di cui Davide fa esperienza, e che trasmette ai genitori, liberandoli dall’angoscia per la sua prematura perdita, perché spiega loro che è bello vivere con Gesù, con la Madonna, è bello il Paradiso, un luogo dove si sta bene».
Un bambino vivace, amante dei Lego e soprattutto del mare. Quello della Calabria perché Davide è di Piscopio, un paese in provincia di Vibo Valentia, ad un quarto d'ora da una delle coste più belle d'Italia. La scuola, la famiglia, i giochi, tutto nell'assoluta normalità se non fosse arrivata quella malattia, la leucemia, che il 22 giugno 2021 lo strappa via a soli 8 anni. Ma la storia di questo bambino diviene straordinaria proprio negli anni della malattia nei quali comincia a maturare una fede quasi sproporzionata per la sua età. Una fede che coinvolge i genitori che riescono dunque ad affrontare il dolore più grande, quello di sopravvivere ad un figlio.